Ingenti danni provocati dalla pioggia nel Materano

allagamento maltempo

Oltre 200 millimetri di pioggia caduta in questi giorni hanno provocato ingenti danni alle colture e istanze di sgombero.

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Basilicata che, nella mattinata d giovedì, attraverso alcuni dirigenti provinciali, ha effettuato un sopralluogo in agro di Rotondella, in contrada Tascione.

“Abbiamo prontamente allertato le istituzioni e gli enti competenti affinché concertino misure urgenti in vista dell’allerta meteo dei prossimi giorni – ha evidenziato il presidente provinciale di Matera della Coldiretti, Gianfranco Romano– il torrente Candela necessita di interventi di manutenzione che non possono attendere i tempi incerti e lunghi della burocrazia. Dobbiamo certamente imparare a convivere con il rischio idrogeologico, ma è altrettanto vero che gli enti competenti devono mettere in campo tutte le misure idonee ad attenuare la nostra vulnerabilità”.

Per Coldiretti Basilicata è necessario un piano organico di manutenzione del territorio e di riqualificazione fluviale, anche attraverso gli strumenti legislativi, come i contratti di fiume, che il nostro sistema giuridico ci mette a disposizione.

“Accanto alle misure ordinarie – ha aggiunto Romano – necessitano azioni straordinarie di consolidamento nonché di investimenti in ammodernamenti infrastrutturali”. C’è poi un tema, altrettanto importante, legato al consumo di suolo. L’Ispra certifica che nel solo 2017 in Basilicata sono stati consumati oltre 33 mila ettari di suolo. Il ruolo dell’agricoltura in tale contesto è fondamentale perché gli agricoltori rappresentano realmente i custodi di un ecosistema fragile costantemente minacciato dai cambiamenti climatici. “Il mondo agricolo non può essere abbandonato a se stesso – sottolinea Romano – altrimenti le campagne si spopoleranno e verrà meno l’ultimo vero presidio del territorio. E’ invece quanto mai necessaria un’azione di sostegno anche attraverso un oculato uso delle importanti risorse del PSR che ad oggi sono in larga parte ancora ferme nelle casse della Regione”.

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