Incontro in piazza Eraclea a Policoro sulla questione trialometani nell’acqua potabile

incontro acqua

Hanno scelto una data simbolica, il 23 maggio, giornata della Legalità in ricordo dell’attentato al giudice Falcone, le associazioni ambientaliste metapontine per organizzare un pubblico incontro per fare il punto sull’emergenza acqua che, nelle scorse settimane, ha interessato alcuni centri della costa jonica.

L’evento si è tenuto in piazza Eraclea a Policoro e ha visto la partecipazione dei rappresentanti di Mediterraneo No Triv, Medici per l’Ambiente, Legambiente e Policoro Futura; assieme a loro anche il neonato comitato Mamme libere e i loro bambini.

Davanti a un pubblico numeroso i rappresentanti delle associazioni che si sono alternati al microfono hanno evidenziato di non voler abbassare la guardia sulla vicenda trialometani, chiedendo interventi costanti per il monitoraggio delle acque e la salvaguardia del territorio.

Giovanna Bellizzi di Mediterraneo No Triv ha esposto le ventisei proposte avanzate in un documento congiunto inviato a tutti gli enti territoriali e al ministero della Salute: tra queste il rifiuto di una deroga sull’innalzamento dei parametri di legge, l’utilizzo dei fondi di compensazione ambientale per i controlli sulle acque, maggiori campionamenti nelle acque dei serbatoi e degli invasi idrici, la nomina di consulenti terzi per lo studio della rete idrica, la pubblicazione delle analisi effettuate negli ultimi anni, la richiesta di sgravi nelle bollette.

All’incontro ha preso parte anche il sindaco di Policoro Enrico Mascia che è intervenuto per illustrare le modalità con cui è stata gestita l’emergenza, per sottolineare le richieste effettuate tra cui l’ulteriore monitoraggio delle acque potabili e marine.

L’emergenza è dunque rientrata ma la questione trialometani resta al centro dell’attenzione di amministrazione comunale e associazioni ambientaliste, che auspicano di sapere presto quali sono stati i reali motivi che hanno portato a questa alterazione e perchè le analisi effettuate da Acquedotto Lucano e Arpab hanno dato risultati contrastanti.

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