Il personale Cup chiede confronto sul nuovo bando

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“I freddi numeri oscurano le persone e annientano le famiglie”.

È questo il commento da parte di un nutrito gruppo di addetti alle casse CUP degli ospedali di Matera, Policoro, Tinchi, Stigliano, di fronte al nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio del Centro Unificato di Prenotazione “CUP” per l’Azienda Sanitaria di Matera.

Il servizio, esternalizzato nel 2005 nella ex ASL4 e poi esteso anche alle casse della ex ASL5, è oggi gestito dal personale di Traccia Hi.Tech., azienda che – come spiegano i lavoratori – ha garantito l’abbattimento delle code agli sportelli, oltre a garantire quotidianamente una gestione efficiente e puntuale delle prenotazioni e dei molteplici servizi all’utenza.

Dopo aver subito la scure della Spending Review, oggi ci troviamo di fronte ad un bando che riduce drasticamente i costi del servizio e che, in sede di valutazione, assegnerà 40 punti al progetto e ben SESSANTA su 100 sarà attribuito al ribasso.

“In una fase della politica regionale che festeggia la buona gestione lucana in tema di sanità ci chiediamo se sia concepibile la volontà – intrinseca in questo bando – di ridurre i costi di quel servizio CUP che oggi garantisce il sostentamento a circa 50 famiglie lucane e che ogni giorno gestisce con puntalità le casse dei ospedali del materano.

Mentre si assiste ad uno sperpero di danaro pubblico (si pensi alla evasione dei ticket che nessuno si è preoccupato di controllare ed arginare, ma si pensi anche  ai costi delle unità operative complesse ad oggi ancora duplicate, nonostante l’accorpamento delle due asl sia avvenuto ormai da 5 anni ) a Tinchi, ad esempio, si taglia il numero di postazioni CUP, riducendo a una e mezza le tre casse esistenti, quando il presidio ospedaliero di Tinchi fornisce un numero annuale di prestazioni sanitarie che è secondo solo all’Ospedale di Matera. Dai dati ASM contenuti nel bando per l’affidamento del servizio CUP si evince che nel 2012 l’Ospedale di Matera ha fornito un totale di 391.446 prestazioni, a fronte delle 301.237 dell’ospedale distrettuale di Tinchi e delle 289.125 dell’Ospedale di Policoro.

Con questi numeri è mai possibile pensare che una sola cassa possa essere operativa in tutte le ore di sportello, con una seconda cassa attiva solo per qualche ora al giorno? E’ possibile pensare a simili tagli a danno delle famglie e della corposa utenza che si troverebbe ad attendere ORE per la regolarizzazione di un ticket?

È mai possibile che le promozioni per aver saputo ridurre i costi possano essere ottenute sulla pelle dei lavoratori e degli ammalati?

Chi ha scritto il bando in oggetto, lo ha fatto senza curarsi né dei lavoratori (per il quale è richiesta una riconferma in “armonizzazione” con le nuove esigenze dettate dagli enormi tagli effettuati), né degli ammalati, né dei territori.

Se vogliamo parlare di freddi numeri, noi siamo pronti. Carte alla mano possiamo dimostrare che il servizio casse CUP va piuttosto potenziato. Numeri alla mano possiamo dimostrare l’enorme lavoro portato avanti, a fronte dei modesti stipendi garantiti dai piccoli orari di lavoro. Carte alla mano possiamo dimostrare come lo sperpero nell’ASL sia quotidiano e non certo nella offerta del servizio CUP.

Se i  numeri di cui dobbiamo parlare, invece, sono invece quelli del bando, che attribuiscono solo 40 punti alla validità del servizio e ben SESSANTA al ribasso, allora siamo pronti a ribellarci. Qualunque azienda risponderà a quel bando, rientrando nei vincoli imposti, sarà consapevole di mettere alla porta personale, riducendo alla fame un consistente numero di famiglie lucane, come sarà ben conscio dell’impossibilità di fornire un servizio serio.

È per questo che gli adetti CUP in servizio presso l’Azienda Sanitaria di Matera chiedono un tavolo di confronto al quale siedano tutti i protagonisti di questa vicenda: gli assessori regionali alla sanità e alle attività produttive, Attilio Martorano e Marcello Pittella, il direttore generale dell’ASM Rocco Maglietta, i sindacati ed una rappresentanza dei lavoratori.

Le capacità di una classe dirigente si misurano su vicende come questa. Da parte di noi lavoratori vi è la totale disponibilità a studiare soluzioni, collaborando con Regione ed ASM, per salvare lavoro e famiglie, mantenendo ferma la tutela degli ammalati. Insieme per migliorare la nostra terra, contro chi vuole solo affossarla”.

 

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