Fidanzatini di Policoro: Il rientro delle salme

Sono rientrate nel cimitero di Policoro le salme di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, riesumate il 17 dicembre dello scorso anno, su disposizione del pm di Matera, Rosanna De Fraia, dopo che, nel luglio 2010, il gip, Rosa Bia, aveva respinto la richiesta di archiviazione della Procura. 
E la stessa Procura ha dato l’ok per il rientro delle salme nel cimitero di Policoro dopo la deposizione del medico legale, il professor Francesco Introna, della perizia dell’autopsia eseguita su i due cadaveri dei ragazzi.
 Una perizia che dichiara che Luca e Marirosa sono morti a causa del monossido di carbonio. 
 Una perizia che ha riportato la mamma di Luca Orioli esattamente a 23 anni fa quando ha iniziato insieme a suo marito la lunga battaglia per conoscere la verità.
Una battaglia che sembrava arrivata alla fine quando la procura chiese la riesumazione dei corpi per eseguire una nuova autopsia e tutto sembrava andare nella direzione da sempre sostenuta dalla mamma di Luca, soprattutto quando non vennero ritrovati nella bara di Luca i vestiti del ragazzo e l’osso ioide.
 Una lunga storia, una triste storia quella dei fidanzatini di Policoro e della mamma di Luca che da 23 anni chiede di sapere come è morto il figlio. 
Ma l’autopsia, eseguita dal professor Introna e dall’equipe dell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, non ha dato i risultati sperati dalla mamma di Luca ma bensì l’ha fatta ripiombare nel baratro dei dubbi delle incertezze e della paura di non sapere mai cosa sia accaduto veramente la notte del 28 marzo 1988. 
Infatti la perizia eseguita da Introna ha ammesso che Luca e Marirosa sarebbero morti a causa del monossido di carbonio presente nella stanza. 
Una perizia non accettata dalla mamma di Luca, che ha dato mandato ad alcuni periti di analizzarla. 
Periti che ne hanno smontato ogni singola affermazione. 
Ed oggi la mamma di Luca era lì davanti al cimitero, incatenata con i membri del comitato dei Cittadiniattivi di Bernalda, per chiedere che il caso no venga archiviato come morte accidentale. 
Una mamma coraggio che non si darà per vinta fin quando la verità non verrà alla luce. 
Una mamma che ha dovuto nella lunga mattinata di lunedì subire anche l’umiliazione di non poter assistere alla risepoltura dei corpi dei due ragazzi che sono stati fatti entrare nel cimitero di Policoro dall’ingresso secondario.

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