Coldiretti in piazza a Potenza contro l’emergenza cinghiali

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La consegna simbolica di un cinghiale di cartapesta alla Regione Basilicata è stato il momento clou della manifestazione organizzata a Potenza mercoledì mattina da Coldiretti Basilicata per denunciare quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza che necessita di risposte immediate.

Un “fiume giallo” composto da oltre un migliaio di agricoltori partito dalla sede regionale della Coldiretti che ha attraversato la città per confluire poi dinnanzi alla sede della Giunta regionale dove si è svolto il sit in.

“Per la presenza invasiva dei cinghiali, in Basilicata sono a rischio 10 mila aziende e circa 300 mila ettari di terreno coltivato. E’ risaputo che il cinghiale provoca, oltre al danneggiamento diretto alle colture, anche un notevole rischio per l’incolumità delle persone e la possibilità di danni a beni, soprattutto in relazione agli incidenti stradali – hanno sottolineato nei loro interventi il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, e il direttore regionale, Aldo Mattia – le zone protette, che in Basilicata rappresentano un’area di circa il 30% dell’intera superficie regionale, sono diventate un polmone di riproduzione ed irradiazione per tutta la Regione. Il tasso riproduttivo del cinghiale (due parti all’anno e da 5 a 8 piccoli a parto) può portare la presenza in un anno a raddoppiare o triplicare”.

Nel corso della manifestazione è stato illustrato anche lo scenario dell’emergenza in Basilicata, dove ci sono, secondo i dati di Coldiretti, 123 mila cinghiali stimati al 31 dicembre 2015, rispetto ad una soglia sostenibile di 23.000 presenze (dati Regione Basilicata). Sono stati circa 300 gli incidenti stradali nell’ultimo biennio causati da cinghiali e che hanno provocato danni per circa 300 mila euro, circa 4 milioni di euro i danni alle colture soltanto negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), circa 16 mila i cinghiali abbattuti nell’ultimo biennio con il prelievo venatorio e circa 2 mila gli esemplari abbattuti con attività di selecontrollo negli ATC. La maggior parte dei danni e degli incidenti sono localizzati in prossimità di aree parco e riserve (dati Regione Basilicata).

“Le azioni di controllo, come ha precisato lo stesso Dipartimento Agricoltura, non sono sufficienti a contrastare l’impatto che la specie ha sulle attività agricole ed a ridurre il conflitto sociale che ne deriva – hanno sottolineato Quarto e Mattia – è responsabile la Regione Basilicata che continua a proporre soluzioni ordinarie a fronte di un problema di dimensioni straordinarie Gli agricoltori preferiscono il ridimensionamento a livelli sostenibili e non gli indennizzi. Inoltre responsabile è la Regione Basilicata che propone azioni soltanto nelle aree ricomprese negli Ambiti Territoriali di Caccia senza coinvolgere gli Enti Parco, che gestiscono il 30% della superficie regionale, e che non accetta le proposte di interventi straordinari da parte della Coldiretti “trincerandosi” dietro i vincoli che la legge impone, pur sapendo che tali limiti possono essere superati dalla straordinarietà del problema, agendo sull’ordine pubblico, sul rischio sanitario (presenza di capi affetti da trichinella), sui costi di indennizzo insostenibili per le casse pubbliche e sul rischio per la biodiversità”.

Durante la manifestazione una delegazione di Coldiretti è stata ricevuta in Regione dagli assessori al ramo.

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